Cominciamo la rubrica pre-vacanzifera con Anne Holt ed il suo Quello che ti meriti. Libro bruttino; dovrebbe essere un giallo ma a mio parere non decolla mai. Le figure principali del romanzo (sia i buoni che i cattivi) mi sembrano un po' slegate sia tra di loro che nel contesto del romanzo. Parla di... boh... non si capisce bene su cosa dovrebbe essere incentrato il romanzo.... sul rapporto tra la protagonista (donna razionale, separata, con figlia autistica a carico e con ex marito che lei dipinge come una figura che non vorrebbe crescere ma che in realtà è più solido di quanto si possa pensare), un ispettore di polizia grande e grosso che ha perso in un incidente domestico moglie e figlia (e da cui gli è rimasto solo il nipotino...), un serial killer che rapisce i bambini e poi li uccide per punire qualcuno (da cui il titolo) per qualcosa relativo alla sua infanzia, più altri due/tre attori che se anche non ci fossero stati il libro non ne avrebbe risentito affatto (anche se alla fine il cerchio si chiude... anche su di loro). Il finale del romanzo poi, mi ha lasciato veramente di stucco (in senso negativo, naturalmente) quasi l'autrice non sapesse come risolvere senza troppi drammi la vicenda che aveva iniziato (e ingarbugliato). Lo definirei insulso. Non convince e la mia prima impressione è stata "Che cavolata di finale" (...forse ho usato altri termini...).
La mia esperienza letteraria del grande nord era legata finora esclusivamente a Smilla di Peter Hoeg dove c'era sicuramente un coinvolgimento maggiore, un pathos palpabile, un intreccio più coinvolgente, un senso di frustrazione e paura per le sorti della protagonista (e anche qui, se non ricordo male, c'era di mezzo un bambino...).
Darò comunque una prova d'appello all'autrice e leggerò (non subito...) almeno un altro romanzo prima di dare un giudizio definito (come avevo già detto per Alexander Mc Call Smith ad aprile).
... ma mi rimorde la coscienza a lasciarvi senza almeno un qualcosa di positivo da portarvi in spiaggia (viste le vacanze imminenti...) e quindi parliamo di Luca Ricci e del suo "Come scrivere un best seller in 57 giorni" edito da Laterza. Bel raccontino, breve ed intenso, scritto con ironia e con un occhio agli stili letterari. La storia, ambientata a Parigi, parla di 4 scarafaggi (John, Paul, George e Ringo.... e riporto dal libro: ... se loro si sono chiamati come noi, perché noi non possiamo chiamarci come loro?) che per salvare la propria "casa" decidono di scrivere un best seller. Vivono infatti nella mansarda di uno scrittore senza vena letteraria (è riuscito nella sua vita a scrivere solo un foglio con elencati i pilastri della scrittura...) ma con l'intenzione di scrivere un "capolavoro" letterario.
I problemi insorgono quando rischia lo sfratto (e con lui anche "loro") e quindi le quattro intrepide blatte decidono di salvare capra e cavoli scrivendo loro, riuscendoci, un best seller. La descrizione di come decidono di suddividersi la tastiera per scrivere, il confronto con la lettrice "prototipo" (la dirimpettaia, Rossana, con cui chattano con il nickname di Cyrano, ovviamente...), i di lei consigli, le critiche e tutta la storia fino al giudizio finale (naturalmente a lieto fine).
Il libro è incentrato sul dualismo finale tra lo scrivere un'opera letteraria importante e lo scrivere un libro da "leggere in spiaggia" (un best seller per l'appunto). Splendida la cornice, l'ambientazione, i confronti, la scelta minimalista dell'autore alla Carver; insomma, un libro piacevole sia alla lettura che alla riflessione che si legge in tempi estremamente brevi (90 pagine scritte grandi...). Quindi...altamente consigliato!
Buona lettura e alla prossima!
martedì 20 luglio 2010
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Allora mi porterò il libro di Ricci sotto l'ombrellone. Guarda che se poi mi delude ti vengo a cercare! :-D
RispondiEliminaanna
Anch'io ti vengo a cercare !
RispondiEliminaNon ve ne pentirete. Il libro è veramente divertente; purtroppo non dura una vacanza...
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