domenica 25 dicembre 2011
martedì 20 dicembre 2011
IL LIBRO DEL MESE
Questo mese vi parlo di Silenzio assoluto di Frank Schatzing. Intrigante come al solito, questo romanzo tecnologico (letto sul mio e-reader e quindi tecnologicamente avanzato...) è un altro esempio di thriller mattonazzo che però ti appassiona sin dalle prime pagine. La storia è sicuramente molto inverosimile (un attentato all'allora presidente USA Clinton durante i lavori del G8 a Colonia) e le novità tecniche e tecnologiche non sono ormai più alla mia portata (... delle molte cose "avveniristiche" citate mi riesce difficile anche capirne il funzionamento) ma sicuramente la struttura narrativa, la tensione che rimane costante (con apici anche di altissimo livello) ed il susseguirsi di eventi (anche nella brevità della narrazione temporale) non ti permettono di stare lontano dal racconto per troppo tempo.
Insomma, una volta iniziato è difficile riuscire a staccarsi dalla storia nonostante le solite 900 e passa pagine del romanzo (e per fortuna l'ho letto in formato elettronico!!!).
Non sto qua a dilungarmi sui particolari tecnici (che tra l'altro sono estremamente interessanti) nè sulla descrizione degli eventi ma passo a descrivere brevemente i protagonisti principali: tra i buoni ci sono il geniale Liam O'Connor (fisico irlandese specializzato sulla luce e su tutti i risvolti delle onde elettromagnetiche) che si ritrova nel marasma in quanto riconosce un suo ex compagno di "baldorie" ai tempi dell'università (e che si era eclissato nell'IRA), la PR che lo accompagna nelle conferenze che dovrebbe tenere (e di cui si innamorerà perdutamente...); tra i cattivi scopriamo una killer (la migliore sul mercato) molto affascinante (tanto che quasi quasi si parteggia un po' anche per lei...) un losco figuro che fa da intermediario tra lei e uno stuolo di "faccendieri" non bene identificati.
Insomma, il libro è bello e si legge con continua curiosità (anche questo però si perde talvolta in dettagli forse sin troppo tecnici....); mi ricorda il miglior Crichton della mia gioventù...
Da leggere anche questo se vi piace il genere.
Alla prossima!
Insomma, una volta iniziato è difficile riuscire a staccarsi dalla storia nonostante le solite 900 e passa pagine del romanzo (e per fortuna l'ho letto in formato elettronico!!!).
Non sto qua a dilungarmi sui particolari tecnici (che tra l'altro sono estremamente interessanti) nè sulla descrizione degli eventi ma passo a descrivere brevemente i protagonisti principali: tra i buoni ci sono il geniale Liam O'Connor (fisico irlandese specializzato sulla luce e su tutti i risvolti delle onde elettromagnetiche) che si ritrova nel marasma in quanto riconosce un suo ex compagno di "baldorie" ai tempi dell'università (e che si era eclissato nell'IRA), la PR che lo accompagna nelle conferenze che dovrebbe tenere (e di cui si innamorerà perdutamente...); tra i cattivi scopriamo una killer (la migliore sul mercato) molto affascinante (tanto che quasi quasi si parteggia un po' anche per lei...) un losco figuro che fa da intermediario tra lei e uno stuolo di "faccendieri" non bene identificati.
Insomma, il libro è bello e si legge con continua curiosità (anche questo però si perde talvolta in dettagli forse sin troppo tecnici....); mi ricorda il miglior Crichton della mia gioventù...
Da leggere anche questo se vi piace il genere.
Alla prossima!
lunedì 12 dicembre 2011
domenica 20 novembre 2011
IL LIBRO DEL MESE
Rimaniamo nel giallo... e rimaniamo nei libri elettronici. Le giornate fredde mi hanno costretto a "posteggiare" lo scooter nel box e quindi ho approfittato dei mezzi pubblici per andare in ufficio iniziando a leggere Chi è morto alzi la mano di Fred Vargas.
Rispetto al libro del mese scorso (sempre di Fred Vargas), qua cambiano i protagonisti: non più l'ispettore Adamsberg ma tre amici, ognuno specializzato in un determinato periodo storico (Lucien, esperto della Grande Guerra; Marc, medievista (ma non si diceva medievalista?); Mathias esperto di preistoria), accompagnati dallo zio di Marc (ex poliziotto corrotto espulso e/o in pensione che ha affibbiato il soprannome di "Evangelisti" ai tre ragazzi) che prendono in affitto una casa di tre piani (più mansarda) ormai quasi diroccata e che occupano in modo cronologico dal basso in alto (Mathias al piano terra, Marc al primo, Lucien al secondo e infine il "padrino" nella mansarda). Vengono così a conoscere la vicina di casa, ex cantante lirica, che si trova un bel giorno un albero di faggio piantato in giardino senza che nessuno sappia niente.
L'intrigo comincia pressoché subito con la scomparsa di Sophie (la cantante) e le indagini portate avanti dai tre Evangelisti con la supervisione del "padrino" fino alla completa soluzione del caso.
Il libro mi è piaciuto molto; l'ho finito il giorno stesso in cui avevo iniziato la lettura (notare che era un giorno lavorativo e in ufficio non ho letto!) proprio per lo stile narrativo estremamente scorrevole (178 pagine "cartacee" volate in una giornata!), il fascino del mistero e la simpatia che i protagonisti trasmettevano al povero e ignaro lettore. Il finale poi, mi è proprio piaciuto: non banale né scontato ma molto ad effetto. Chiaro che non lo racconto (né il resto del libro) altrimenti perdereste il gusto della lettura ma posso assicurare che non delude.
L'ambientazione poi mi dava l'idea di un gotico surreale (sarà stato Marc, di nero vestito?) anche se non ci sono riferimenti in tal senso e inoltre le citazioni di Melville con la sua balena (e quindi con il nostro yang che si contrappone) fanno anch'esse da sfondo alla narrazione che fluisce in modo molto scorrevole.
Bello. Proprio bello. Leggerò prestissimo (spero) anche gli altri due libri con questi protagonisti, lasciando perdere Adamsberg per un po' (troppo freddo...). Leggetelo e non ve ne pentirete! Buona lettura e alla prossima!!!!
Rispetto al libro del mese scorso (sempre di Fred Vargas), qua cambiano i protagonisti: non più l'ispettore Adamsberg ma tre amici, ognuno specializzato in un determinato periodo storico (Lucien, esperto della Grande Guerra; Marc, medievista (ma non si diceva medievalista?); Mathias esperto di preistoria), accompagnati dallo zio di Marc (ex poliziotto corrotto espulso e/o in pensione che ha affibbiato il soprannome di "Evangelisti" ai tre ragazzi) che prendono in affitto una casa di tre piani (più mansarda) ormai quasi diroccata e che occupano in modo cronologico dal basso in alto (Mathias al piano terra, Marc al primo, Lucien al secondo e infine il "padrino" nella mansarda). Vengono così a conoscere la vicina di casa, ex cantante lirica, che si trova un bel giorno un albero di faggio piantato in giardino senza che nessuno sappia niente.
L'intrigo comincia pressoché subito con la scomparsa di Sophie (la cantante) e le indagini portate avanti dai tre Evangelisti con la supervisione del "padrino" fino alla completa soluzione del caso.
Il libro mi è piaciuto molto; l'ho finito il giorno stesso in cui avevo iniziato la lettura (notare che era un giorno lavorativo e in ufficio non ho letto!) proprio per lo stile narrativo estremamente scorrevole (178 pagine "cartacee" volate in una giornata!), il fascino del mistero e la simpatia che i protagonisti trasmettevano al povero e ignaro lettore. Il finale poi, mi è proprio piaciuto: non banale né scontato ma molto ad effetto. Chiaro che non lo racconto (né il resto del libro) altrimenti perdereste il gusto della lettura ma posso assicurare che non delude.
L'ambientazione poi mi dava l'idea di un gotico surreale (sarà stato Marc, di nero vestito?) anche se non ci sono riferimenti in tal senso e inoltre le citazioni di Melville con la sua balena (e quindi con il nostro yang che si contrappone) fanno anch'esse da sfondo alla narrazione che fluisce in modo molto scorrevole.
Bello. Proprio bello. Leggerò prestissimo (spero) anche gli altri due libri con questi protagonisti, lasciando perdere Adamsberg per un po' (troppo freddo...). Leggetelo e non ve ne pentirete! Buona lettura e alla prossima!!!!
domenica 13 novembre 2011
PENTERA
Mentre i prodi curiosandi compivano l'impresa della gita n. 150, noi si faceva una bella sgambatina sopra Bovezzo (ben 500 m di quota!!!). L'estate di S.Martino ha reso la domenica tiepida e la camminata nel bosco (dove abbiamo perso più e più volte la retta via, cioè il sentiero...come si può anche vedere dalla traccia registrata con il telefonino) è stata piacevole e senza grossi sforzi nonostante l'assoluta mancanza di allenamento.
Volevamo raggiungere I Grassi (tanto per rimanere in tema con il mio giro vita...) ma senza foraggiamento (niente vettovaglie al seguito) e senza la possibilità di trovare in loco alcunchè per mangiare, arrivati in Pantera (altra località amena che i locali pronunciano "Pentera"...) ci siamo crogliolati un po' al caldo sole del mezzodì godendoci il panorama verso la pianura bresciana e i colori di un autunno ormai consolidato per poi ridiscendere verso casa per il pranzo ristoratore. La discesa nel bosco è stata altrettanto piacevole anche perchè ci siamo imbattuti in uno stuolo di chiodini pronti pronti per essere raccolti (eh che li abbiamo lasciati? Ma proprio per niente!).
Bella scampagnata, tranquilla e rilassante. Le foto come sempre (almeno fino a quest'anno) sull'album linkato QUI e in calce a lato. Alla prossima!
Volevamo raggiungere I Grassi (tanto per rimanere in tema con il mio giro vita...) ma senza foraggiamento (niente vettovaglie al seguito) e senza la possibilità di trovare in loco alcunchè per mangiare, arrivati in Pantera (altra località amena che i locali pronunciano "Pentera"...) ci siamo crogliolati un po' al caldo sole del mezzodì godendoci il panorama verso la pianura bresciana e i colori di un autunno ormai consolidato per poi ridiscendere verso casa per il pranzo ristoratore. La discesa nel bosco è stata altrettanto piacevole anche perchè ci siamo imbattuti in uno stuolo di chiodini pronti pronti per essere raccolti (eh che li abbiamo lasciati? Ma proprio per niente!).
Bella scampagnata, tranquilla e rilassante. Le foto come sempre (almeno fino a quest'anno) sull'album linkato QUI e in calce a lato. Alla prossima!
giovedì 20 ottobre 2011
IL LIBRO DEL MESE
Vi racconto oggi del romanzo Un luogo incerto di Fred Vargas. Innanzi tutto due precisazioni: per chi non la conoscesse già, nonostante il nome possa trarre in inganno, si tratta di un'autrice donna; seconda particolarità, si tratta della mia prima recensione di un libro letto in formato elettronico.Parliamo prima del libro però (poi passeremo ai contenuti tecnologici....): è un giallo in cui il protagonista, l'ispettore Adamsberg, viene sballotatto tra la Francia, dove lavora, e la Serbia dove si trova il perno della vicenda. La trama si sviluppa a partire da un omicidio cruento e vira su contenuti che riguardano i vampiri, le superstizioni e le credenze personali.
Adamsberg è un personaggio atipico: un po' tra le nuvole, un po' distaccato (sembra) dalla realtà ma capace di intuizioni e deduzioni che lo portano sempre sulla via della scoperta della soluzione. Non è il personaggio che si fa voler bene al primo acchito dal lettore ma mantiene comunque un certo fascino.
In totale, il libro non mi ha affascinato ma nemmeno mi è dispiaciuto: la scrittura procede svelta e fluente, i dialoghi sono chiari e ben misurati anche se.... (e qui viene la parte tecnologica) talvolta facevo fatica a capire chi era che parlava. Questo però è legato all'e-reader: per poter leggere senza cavarsi gli occhi su un monitor da 5 o 7 pollici, bisogna ingrandire il carattere (funzione comune a tutti gli e-readeer in commercio) e questo comporta che la formattazione del paragrafo ogni tanto sballa: ad esempio, soprattutto sui dialoghi, quando cambia l'interlocutore, talvolta il paragrafo non va a capo e quindi risulta poco chiaro chi stia parlando (se la persona A o la persona B...) con la conseguenza di dover ritornare sul dialogo con maggior concentrazione per capire chi stesse effettivamente parlando.
Alla fin della fiera comunque, il mio giudizio sul libro è sufficiente (anche se non entusiasmante) e consigliabile agli amanti del genere giallo-noir. Concederò sicuramente un'altra chance a Fred Vargas (stavolta su carta e magari non su Adamsberg) perché lo stile narrativo è comunque bello (mica come Annie Holt!!!). Alla prossima e buona lettura!
PS: il libro elettronico comunque è troppo comodo soprattutto quando si viaggia (per l'elevato numero di libri che ci si può portare...) e quindi la sua utilità è indubbia. Il formato pdf poi permette di leggere eventuali pezzi su un PC se si vuole continuare con schermi più grandi. Appena potrò, vedrò se un libro in formato EPUB presenta gli stessi problemi.
Adamsberg è un personaggio atipico: un po' tra le nuvole, un po' distaccato (sembra) dalla realtà ma capace di intuizioni e deduzioni che lo portano sempre sulla via della scoperta della soluzione. Non è il personaggio che si fa voler bene al primo acchito dal lettore ma mantiene comunque un certo fascino.
In totale, il libro non mi ha affascinato ma nemmeno mi è dispiaciuto: la scrittura procede svelta e fluente, i dialoghi sono chiari e ben misurati anche se.... (e qui viene la parte tecnologica) talvolta facevo fatica a capire chi era che parlava. Questo però è legato all'e-reader: per poter leggere senza cavarsi gli occhi su un monitor da 5 o 7 pollici, bisogna ingrandire il carattere (funzione comune a tutti gli e-readeer in commercio) e questo comporta che la formattazione del paragrafo ogni tanto sballa: ad esempio, soprattutto sui dialoghi, quando cambia l'interlocutore, talvolta il paragrafo non va a capo e quindi risulta poco chiaro chi stia parlando (se la persona A o la persona B...) con la conseguenza di dover ritornare sul dialogo con maggior concentrazione per capire chi stesse effettivamente parlando.
Alla fin della fiera comunque, il mio giudizio sul libro è sufficiente (anche se non entusiasmante) e consigliabile agli amanti del genere giallo-noir. Concederò sicuramente un'altra chance a Fred Vargas (stavolta su carta e magari non su Adamsberg) perché lo stile narrativo è comunque bello (mica come Annie Holt!!!). Alla prossima e buona lettura!
PS: il libro elettronico comunque è troppo comodo soprattutto quando si viaggia (per l'elevato numero di libri che ci si può portare...) e quindi la sua utilità è indubbia. Il formato pdf poi permette di leggere eventuali pezzi su un PC se si vuole continuare con schermi più grandi. Appena potrò, vedrò se un libro in formato EPUB presenta gli stessi problemi.
domenica 16 ottobre 2011
SOLFERINO e CASTELLARO LAGUSELLO
Gita cultural-storico-turistico nel mantovano. La giornata, finalmente autunnale, ci ha permesso di fare una splendida gita "fuori porta" nel mantovano.
Abbiamo visto quindi Solferino, teatro di una famosa battaglia e dove è nata di fatto la Croce Rossa, e luogo dove si trova un ossario molto impressionante e sotto altri punti di vista anche un po' "inquietante"... (vedere le foto per credere).
Ciondolando tranquillamente abbiamo fatto due passi nella piazzetta principale di Solferino per poi dirigerci a vedere la Rocca, il monumento alla Croce Rossa e, diciamolo pure, ci siamo persi anche nella lettura dei cartelli che ricordavano i momenti storici (cartelli che di solito snobbo grossolanamente). Poi siamo andati all'ossario e anche qui ci siamo goduti le spiegazioni cartellonistiche che ripercorrevano le fasi cruciali della battaglia.
L'ossario, come dicevo prima, è abbastanza impressionante: non tanto per l'inquietudine che la vista di teschi, femori e ossa sparse (anche se ben allineate...) ti mette addosso quanto per l'idea della fase di raccolta e catalogazione delle ossa dissepolte dalla fossa comune in cui erano state versati i cadaveri dei morti in battaglia (...chi diede la vita ed ebbe in cambio una croce ).Lasciato quindi alle spalle l'ossario e quindi i momenti cupi, ci siamo diretti verso un posto dove poter saziare il nostro famigerato appetito di degustatori (avevamo cioè una fame boia....!) non senza perderci nella rincorsa di uno scoiattolo che ci è balzato di lato per poi sfrecciare come se niente fosse sui rami più alti degli alberi che costeggiano il viale che porta all'ossario! Che spettacolo!!! Mai visto saltare un animaletto in quella maniera (naturalmente, non sono riuscito a prenderne neanche un baffo con la mia super macchina tecnologicamente avanzata....).
Ma la fame incombeva e quindi ci siamo diretti verso Castellaro Lagusello, borgo tra i più belli d'Italia (a quanto dicono... e forse anche tra i più piccoli!) e sede in quella giornata (ricordo che era una giornata sponsorizzata dal FAI e nel borgo troneggiavano le bandiere arancioni del Touring) di una schiera interminabile di turisti che hanno occupato tutti i posti a sedere nei pochi ristoranti esistenti! Dopo un'attesa di mezz'ora seduti ad un tavolo di un ristorante, con i camerieri che ci guardavano ma che non ci degnavano di alcuna attenzione, ci siamo alzati e ci siamo sparati un panozzo in un bar/birreria all'aperto. Tortelli e capunsei.... sarà per un'altra volta. Dopo il panozzo, giro nel borgo e dintorni (con pittori a tratteggiare la silouette della zona...) e poi rientro verso casa per una meritata e sontuosa cena!
Le foto, oltre ad essere linkate in calce, le trovate anche cliccando qua! Dal prossimo anno, l'album lo collegherò al post... l'elenco degli album si sta allungando a dismisura! Alla prossima!
Abbiamo visto quindi Solferino, teatro di una famosa battaglia e dove è nata di fatto la Croce Rossa, e luogo dove si trova un ossario molto impressionante e sotto altri punti di vista anche un po' "inquietante"... (vedere le foto per credere).
Ciondolando tranquillamente abbiamo fatto due passi nella piazzetta principale di Solferino per poi dirigerci a vedere la Rocca, il monumento alla Croce Rossa e, diciamolo pure, ci siamo persi anche nella lettura dei cartelli che ricordavano i momenti storici (cartelli che di solito snobbo grossolanamente). Poi siamo andati all'ossario e anche qui ci siamo goduti le spiegazioni cartellonistiche che ripercorrevano le fasi cruciali della battaglia.
L'ossario, come dicevo prima, è abbastanza impressionante: non tanto per l'inquietudine che la vista di teschi, femori e ossa sparse (anche se ben allineate...) ti mette addosso quanto per l'idea della fase di raccolta e catalogazione delle ossa dissepolte dalla fossa comune in cui erano state versati i cadaveri dei morti in battaglia (...chi diede la vita ed ebbe in cambio una croce ).Lasciato quindi alle spalle l'ossario e quindi i momenti cupi, ci siamo diretti verso un posto dove poter saziare il nostro famigerato appetito di degustatori (avevamo cioè una fame boia....!) non senza perderci nella rincorsa di uno scoiattolo che ci è balzato di lato per poi sfrecciare come se niente fosse sui rami più alti degli alberi che costeggiano il viale che porta all'ossario! Che spettacolo!!! Mai visto saltare un animaletto in quella maniera (naturalmente, non sono riuscito a prenderne neanche un baffo con la mia super macchina tecnologicamente avanzata....).
Ma la fame incombeva e quindi ci siamo diretti verso Castellaro Lagusello, borgo tra i più belli d'Italia (a quanto dicono... e forse anche tra i più piccoli!) e sede in quella giornata (ricordo che era una giornata sponsorizzata dal FAI e nel borgo troneggiavano le bandiere arancioni del Touring) di una schiera interminabile di turisti che hanno occupato tutti i posti a sedere nei pochi ristoranti esistenti! Dopo un'attesa di mezz'ora seduti ad un tavolo di un ristorante, con i camerieri che ci guardavano ma che non ci degnavano di alcuna attenzione, ci siamo alzati e ci siamo sparati un panozzo in un bar/birreria all'aperto. Tortelli e capunsei.... sarà per un'altra volta. Dopo il panozzo, giro nel borgo e dintorni (con pittori a tratteggiare la silouette della zona...) e poi rientro verso casa per una meritata e sontuosa cena!
Le foto, oltre ad essere linkate in calce, le trovate anche cliccando qua! Dal prossimo anno, l'album lo collegherò al post... l'elenco degli album si sta allungando a dismisura! Alla prossima!
domenica 25 settembre 2011
ZONE E LE TORBIERE
Giornata all'insegna della gita geografico-naturalistica internazionale visto che era presente, di passaggio da Brescia, il buon vecchio Horst. Vista anche la giornata, abbiamo optato per un percorso ad anello che ci permettesse di vedere da vicino (quasi toccare con mano!) le Piramidi di Zone (che avevo già sfiorato nell'uscita ai 30 passi).
Senza strafare ci siamo fatti il nostro bel giretto per poi dirigerci, come d'uso comune, verso un ottimo ristorantino dove abbiamo sfogato i nostri bisogni primari (casoncelli, gnocchetti allo speck, tagliatelle al ragù di cinghiale, polenta con formaggio fuso....).Con la panza piena la vita ti sorride e quindi siamo rientrati verso casa fermandoci per un "saluto" alle Torbiere del Sebino (altro posto già battuto - Torbiere): qua siamo riusciti a vedere bene la chiesa con gli interni e il chiostro e la mostra fotografica annessa. Poi a casa, cena (pizza e birra) e rientro dauntaun Novate...
Giornata naturalmente piacevolissima anche se impegantiva dovendo colloquiare sempre in inglese... e le foto, naturalmente, sull'album linkato a lato. Alla prossima!
Senza strafare ci siamo fatti il nostro bel giretto per poi dirigerci, come d'uso comune, verso un ottimo ristorantino dove abbiamo sfogato i nostri bisogni primari (casoncelli, gnocchetti allo speck, tagliatelle al ragù di cinghiale, polenta con formaggio fuso....).Con la panza piena la vita ti sorride e quindi siamo rientrati verso casa fermandoci per un "saluto" alle Torbiere del Sebino (altro posto già battuto - Torbiere): qua siamo riusciti a vedere bene la chiesa con gli interni e il chiostro e la mostra fotografica annessa. Poi a casa, cena (pizza e birra) e rientro dauntaun Novate...
Giornata naturalmente piacevolissima anche se impegantiva dovendo colloquiare sempre in inglese... e le foto, naturalmente, sull'album linkato a lato. Alla prossima!
martedì 20 settembre 2011
IL LIBRO DEL MESE (SET2011)
E questo mese si bissa. Un po' anche in concomitanza alla presentazione del suo ultimo romanzo alla appena conclusa rassegna letteraria mantovana, uno dopo l'altro a raffica raccontiamo il "continuo" del mese precedente: ancora Gianni Biondillo e il suo ispettore Ferraro stavolta nel romanzo Con la morte nel cuore dove l'autore racconta sempre della sua (e anche mia) Milano.
Questo romanzo è forse più "giallo" del precedente ma sempre raccontato con l'ironia che ha contraddistinto il precedente (sempre "spettacolari" i duetti dialettici con il suo amico/collega Comaschi) e con quella vena "milanese" che mi fa paragonare il buon Ferraro al Montalbano di Camilleri (anche qui, si presentano situazioni in cui si fa uso del dialetto milanese).
Come nell'altro libro raccontato, anche qui ho trovato una frase che mi ha fatto letteralmente rovesciare dalle risate: mentre stanno seguendo con la logica che contraddistingue i due investigatori nostrani un fine ragionamento per dare una svolta alle indagini, Comaschi dice a Ferraro di ... smettere di fare della tetrapiloctomia. Allo sguardo basito di Ferraro, Comaschi spiega di smettere di "spaccare il capello in quattro"! E se questa non è comicità stile muppet show......! Leggetelo! Leggeteli tutti! Soprattutto se siete di Milano (o dintorni) o abitate o avete abitato a Milano e potete riconoscere i luoghi descritti. Ma anche se non conoscete Milano, leggeteli lo stesso; ne vale veramente al pena! Super consigliato!!!
Questo romanzo è forse più "giallo" del precedente ma sempre raccontato con l'ironia che ha contraddistinto il precedente (sempre "spettacolari" i duetti dialettici con il suo amico/collega Comaschi) e con quella vena "milanese" che mi fa paragonare il buon Ferraro al Montalbano di Camilleri (anche qui, si presentano situazioni in cui si fa uso del dialetto milanese).
Come nell'altro libro raccontato, anche qui ho trovato una frase che mi ha fatto letteralmente rovesciare dalle risate: mentre stanno seguendo con la logica che contraddistingue i due investigatori nostrani un fine ragionamento per dare una svolta alle indagini, Comaschi dice a Ferraro di ... smettere di fare della tetrapiloctomia. Allo sguardo basito di Ferraro, Comaschi spiega di smettere di "spaccare il capello in quattro"! E se questa non è comicità stile muppet show......! Leggetelo! Leggeteli tutti! Soprattutto se siete di Milano (o dintorni) o abitate o avete abitato a Milano e potete riconoscere i luoghi descritti. Ma anche se non conoscete Milano, leggeteli lo stesso; ne vale veramente al pena! Super consigliato!!!
domenica 18 settembre 2011
ALTOPIANO DI CARIADEGHE
Liberi da impegni personali, da remore morali e da atteggiamenti dogmatici (non so cosa volessi dire ma mi piaceva infilare la frase....) ci decidiamo finalmente a uscire e tornare sulle impervie montagne bresciane (ma saranno poi così impervie?) per l'ultima uscita d'estate (non si può andare contro il calendario! Il 23 settembre sarà l'equinozio di autunno e sicuramente non si faranno altre uscite prima di tale data...) e con un tempismo perfetto riusciamo a beccare una giornata uggiosissima dopo aver sofferto un caldo torrido dal rientro delle vacanze. Ottima scelta! In ogni caso, ci siamo avventurati sull'altopiano di Cariadeghe (zona carsica del bresciano che, così recita la guida, "... nulla ha da invidiare al carso friulano"), in località Serle.
Naturalmente abbiamo visto poco sempre immersi nelle nuvole...
Il sentiero che avevamo scelto era quello che ci doveva portare in cima al Monte Ucia e da lì godere un paesaggio mozzafiato che ci avrebbe permesso di vedere persino il lago di Garda!
Naturalmente non si vedeva niente..... immersi nelle nuvole abbiamo pure perso il sentiero e quasi alla cima abbiamo desistito per rientrare al rifugio dell'Alpino dove ci aspettava una tavola imbandita coi prodotti locali (casoncelli e tasca ai funghi porcini, per la cronaca....) gestita da una coppia di Amalfi (!!!!).....Il sentiero comunque è comodo (almeno nella parte che abbiamo percorso) e per niente faticoso e quindi i 300 m di dislivello ci hanno permesso di rodare le gambe per le prossime uscite (tra le quali rientreranno anche gli altri sentieri più "carsici" della zona). Per ora ci accontentiamo del pasto "frugale" consumato, dello scoiattolo che ci ha attraversato la strada per scomparire velocemente su un albero, delle tracce di sentiero che ci porteranno nei giorni a venire a visitare meglio la zona carsica dell'altopiano (e quindi cercherò di resocontare meglio le successive peripezie!). Le poche foto fatte stavolta, al solito sull'album linkato in parte. Alla prossima!!!!
Naturalmente abbiamo visto poco sempre immersi nelle nuvole...
Il sentiero che avevamo scelto era quello che ci doveva portare in cima al Monte Ucia e da lì godere un paesaggio mozzafiato che ci avrebbe permesso di vedere persino il lago di Garda!
Naturalmente non si vedeva niente..... immersi nelle nuvole abbiamo pure perso il sentiero e quasi alla cima abbiamo desistito per rientrare al rifugio dell'Alpino dove ci aspettava una tavola imbandita coi prodotti locali (casoncelli e tasca ai funghi porcini, per la cronaca....) gestita da una coppia di Amalfi (!!!!).....Il sentiero comunque è comodo (almeno nella parte che abbiamo percorso) e per niente faticoso e quindi i 300 m di dislivello ci hanno permesso di rodare le gambe per le prossime uscite (tra le quali rientreranno anche gli altri sentieri più "carsici" della zona). Per ora ci accontentiamo del pasto "frugale" consumato, dello scoiattolo che ci ha attraversato la strada per scomparire velocemente su un albero, delle tracce di sentiero che ci porteranno nei giorni a venire a visitare meglio la zona carsica dell'altopiano (e quindi cercherò di resocontare meglio le successive peripezie!). Le poche foto fatte stavolta, al solito sull'album linkato in parte. Alla prossima!!!!
giovedì 15 settembre 2011
sabato 3 settembre 2011
domenica 28 agosto 2011
IRLANDA 2011 - IL RITORNO
A volte ritornano... A distanza di 20 anni (prima visita, luglio 1991 per poi bissarla l'anno successivo) ritorno nella mia Irlanda. Questa volta però salto tutto quello che avevo visto (tutto il nord e il centro...) e ci dirigiamo partendo da Cork alla scoperta delle penisole del sud-ovest (la speranza iniziale era quella di riuscire a fare un salto anche alle isole Aran... speranza ahimè andata perduta.).
Innanzi tutto il tempo non è stato così clemente come speravo: vabbè la variabilità ma mi aspettavo qualche grado in più e qualche goccia di pioggia in meno! Vero è che le altre visite irlandesi le avevo trascorse in luglio quando il tempo è sicuramente più clemente, però..... un po' di rammarico per una pioggia continua in alcune giornate mi rimane.
Ma ciancio alle bande e andiamo con ordine: arrivo a Cork e periodo di acclimatamento (3 giorni) con conseguente visita alla città. Abbiamo subito avuto due compagni di B&B con cui abbiamo condiviso le prime birre e il primo fish & chips. Subito la prima delusione: a Cork non hanno la Harp! La mia bionda preferita!!!! Sob, sob... Ho dovuto ripiegare sulla Beamish (altra stout come la Guinness ma fatta a Cork) e poi su una più generica Carlsberg... Il Fish&Chips però buono.... molto buono! Dopo i giorni a Cork e recuperata la macchina, via verso sud e poi verso ovest macinando chilometri e chilometri cercando di vedere tutto! In effetti abbiamo visto tutte e quattro le penisole dell'ovest ma come se fossimo dei giapponesi su un pullman che visitano l'Italia in tre giorni... Colpa mia, lo ammetto: mi sono intestardito a voler fare tutto perdendomi il gusto di vedere e vivere bene i posti che attraversavamo.
Per fortuna ogni tanto qualcuno mi tirava le orecchie e ci si fermava (poco...) e così sono riuscito ad immortalare altri panorami "mozzafiato", che in alcuni casi mi ricordavano i panorami delle Azzorre visti l'anno scorso (saranno stati i prati a patchwork?), e le grandi spiagge... SPETTACOLARI!!!!
E quindi via partendo da Kinsale con la sua baia e il suo forte verso Mizen Head fin verso la penisola di Dingle passando e ripassando sul Ring of Kerry (dove finalmente ho ritrovato la Harp finalmente!!! Per forza, la fanno lì!) e dove abbiamo assaporato un'altra spiaggia immensa.Tutto velocissimo... come il post di queste vacanze che sono purtroppo passate altrettanto velocemente fino al rientro a Cork (dove naturalmente era scoppiata la vera estate con temperature oltre i 25 gradi! sgrunt!), ma che mi hanno fatto capire tante cose (prima fra tutte: i tempi passano e le cose che si facevano vent'anni fa non si possono replicare...).
E comunque poi la gente: uguale a 20 anni fa (forse con qualche apparecchiatura tecnologica in più); le città (uguali a 20 anni fa, nessun cambiamento); le strade (con qualche macchina in più ma sempre strette e a rischio "struscio"...); la birra (quella è rimasta uguale) e gli incontri con animali tipici (le vacche "svaccate" sui prati, le pecore dipinte, i cavalli sdraiati, i cervi che di notte ti attraversano la strada, i gatti...) e infine, come testimonial di una catena di scommesse, il nostro Tiziano Crudeli!!! Ma che l'abbiamo esportato assieme al Trap?????? (Per i non lombardi... Tiziano Crudeli è un esagitato giornalista sportivo televisivo spudoratamente milanista...)
Chiudo infine con un paio di foto che immortalano alcune momenti disordinati di viaggio: una strampalata pompa di benzina (ma sarà così?) e il gatto della vacanza (in ogni vacanza ce n'è uno...).
Tutte le foto (oltre 750) sull'album. Alla prossima!!!!
Innanzi tutto il tempo non è stato così clemente come speravo: vabbè la variabilità ma mi aspettavo qualche grado in più e qualche goccia di pioggia in meno! Vero è che le altre visite irlandesi le avevo trascorse in luglio quando il tempo è sicuramente più clemente, però..... un po' di rammarico per una pioggia continua in alcune giornate mi rimane.
Ma ciancio alle bande e andiamo con ordine: arrivo a Cork e periodo di acclimatamento (3 giorni) con conseguente visita alla città. Abbiamo subito avuto due compagni di B&B con cui abbiamo condiviso le prime birre e il primo fish & chips. Subito la prima delusione: a Cork non hanno la Harp! La mia bionda preferita!!!! Sob, sob... Ho dovuto ripiegare sulla Beamish (altra stout come la Guinness ma fatta a Cork) e poi su una più generica Carlsberg... Il Fish&Chips però buono.... molto buono! Dopo i giorni a Cork e recuperata la macchina, via verso sud e poi verso ovest macinando chilometri e chilometri cercando di vedere tutto! In effetti abbiamo visto tutte e quattro le penisole dell'ovest ma come se fossimo dei giapponesi su un pullman che visitano l'Italia in tre giorni... Colpa mia, lo ammetto: mi sono intestardito a voler fare tutto perdendomi il gusto di vedere e vivere bene i posti che attraversavamo.
Per fortuna ogni tanto qualcuno mi tirava le orecchie e ci si fermava (poco...) e così sono riuscito ad immortalare altri panorami "mozzafiato", che in alcuni casi mi ricordavano i panorami delle Azzorre visti l'anno scorso (saranno stati i prati a patchwork?), e le grandi spiagge... SPETTACOLARI!!!!
E quindi via partendo da Kinsale con la sua baia e il suo forte verso Mizen Head fin verso la penisola di Dingle passando e ripassando sul Ring of Kerry (dove finalmente ho ritrovato la Harp finalmente!!! Per forza, la fanno lì!) e dove abbiamo assaporato un'altra spiaggia immensa.Tutto velocissimo... come il post di queste vacanze che sono purtroppo passate altrettanto velocemente fino al rientro a Cork (dove naturalmente era scoppiata la vera estate con temperature oltre i 25 gradi! sgrunt!), ma che mi hanno fatto capire tante cose (prima fra tutte: i tempi passano e le cose che si facevano vent'anni fa non si possono replicare...).
E comunque poi la gente: uguale a 20 anni fa (forse con qualche apparecchiatura tecnologica in più); le città (uguali a 20 anni fa, nessun cambiamento); le strade (con qualche macchina in più ma sempre strette e a rischio "struscio"...); la birra (quella è rimasta uguale) e gli incontri con animali tipici (le vacche "svaccate" sui prati, le pecore dipinte, i cavalli sdraiati, i cervi che di notte ti attraversano la strada, i gatti...) e infine, come testimonial di una catena di scommesse, il nostro Tiziano Crudeli!!! Ma che l'abbiamo esportato assieme al Trap?????? (Per i non lombardi... Tiziano Crudeli è un esagitato giornalista sportivo televisivo spudoratamente milanista...)
Chiudo infine con un paio di foto che immortalano alcune momenti disordinati di viaggio: una strampalata pompa di benzina (ma sarà così?) e il gatto della vacanza (in ogni vacanza ce n'è uno...).
Tutte le foto (oltre 750) sull'album. Alla prossima!!!!
sabato 20 agosto 2011
IL LIBRO DEL MESE (AGO2011)
Oggi si torna al giallo: Per cosa si uccide di Gianni Biondillo è un libro spettacolare! Quattro racconti, uno per stagione, dove i protagonisti sono la grande Milano (nei suoi quattro aspetti stagionali), il commissario Ferraro (narratore e principe della scena), i suoi collaboratori (Comaschi e Lanza) e la Quarto Oggiaro dove ha sede il commissariato.
Quattro storie dicevo velate da nostalgia, umorismo e satira (alcuni "duetti" tra Ferraro e Comaschi mi sembravano quelli dei vecchietti del Muppet Show...) mixate con sagacia e acume letterario ai crimini quotidiani che si possono vivere in una metropoli come Milano. Lo stile narrativo è scorrevole e piacevole; l'umorismo dilaga, le battute si alternano alle indagini ed il pathos poliziesco è quindi assicurato. Insomma un bel libro, scritto bene e una Milano raccontata altrettanto bene. Sicuramente da leggere. Raccomandato più! Alla prossima!!!
PS: Vi riporto un esempio della descrizione di un lunedì mattina vissuto dal protagonista: Alzarsi è una vera sofferenza. Ad un certo punto decise l'atto eroico. Si alzò. Poi decise di scindere le molecole d'aria che lo separavano dal bagno. La resistenza opposta dalla massa di azoto, ossigeno e argon creava in Ferraro un dubbio scolastico su Galileo, l'azione e la reazione, e soprattutto su Newton e la forza di gravità che è sempre verticale ma lui ormai sapeva assolutamente orizzontale e pressante in direzione opposta al bagno e ortogonale al letto.
E se non vi è piaciuto.... allora per voi il lunedì mattina non è il trauma vissuto da moltissimi di noi!
Quattro storie dicevo velate da nostalgia, umorismo e satira (alcuni "duetti" tra Ferraro e Comaschi mi sembravano quelli dei vecchietti del Muppet Show...) mixate con sagacia e acume letterario ai crimini quotidiani che si possono vivere in una metropoli come Milano. Lo stile narrativo è scorrevole e piacevole; l'umorismo dilaga, le battute si alternano alle indagini ed il pathos poliziesco è quindi assicurato. Insomma un bel libro, scritto bene e una Milano raccontata altrettanto bene. Sicuramente da leggere. Raccomandato più! Alla prossima!!!
PS: Vi riporto un esempio della descrizione di un lunedì mattina vissuto dal protagonista: Alzarsi è una vera sofferenza. Ad un certo punto decise l'atto eroico. Si alzò. Poi decise di scindere le molecole d'aria che lo separavano dal bagno. La resistenza opposta dalla massa di azoto, ossigeno e argon creava in Ferraro un dubbio scolastico su Galileo, l'azione e la reazione, e soprattutto su Newton e la forza di gravità che è sempre verticale ma lui ormai sapeva assolutamente orizzontale e pressante in direzione opposta al bagno e ortogonale al letto.
E se non vi è piaciuto.... allora per voi il lunedì mattina non è il trauma vissuto da moltissimi di noi!
martedì 2 agosto 2011
giovedì 28 luglio 2011
CENA PRE-FERIE
Come ormai di consueto, prima delle grandi vacanze ci si ritrova per una serata di chiacchiere e risate, Stavolta niente pizza ma "quel-matto-di-pablo" scova una trattoria pseudo toscana e quindi ci siamo concessi il ciclo vitale della natura: noi mangiavamo pasta e carni o pesce o formaggi e le zanzare mangiavano noi....
Il dorico, come al solito, non è stato minimamente sfiorato dai luridi insetti mentre io, Andrea, l'Asburgica, MariettoNostro, il compagno Giorgio e Pablo siamo rimasti vittime dei malefici insetti.
Comunque sia, serata scherzosa dove chi più chi meno già pregustava le mete che si apprestano a venire (cioè si è parlato anche delle prossime ferie ormai imminenti).
Il tutto naturalmente condito da risate, ricordi, prese in giro e naturalmente dal bianco della casa.Buone vacanze!!!!
Il dorico, come al solito, non è stato minimamente sfiorato dai luridi insetti mentre io, Andrea, l'Asburgica, MariettoNostro, il compagno Giorgio e Pablo siamo rimasti vittime dei malefici insetti.
Comunque sia, serata scherzosa dove chi più chi meno già pregustava le mete che si apprestano a venire (cioè si è parlato anche delle prossime ferie ormai imminenti).
Il tutto naturalmente condito da risate, ricordi, prese in giro e naturalmente dal bianco della casa.Buone vacanze!!!!
sabato 23 luglio 2011
IL MIO PRIMO GELATO....
Questo l'ho fatto io!!! Mi è venuto ancora non molto compatto (troppo latte...) ma d'altra parte senza dosatore e soprattutto con ingredienti raffazzonati in frigo (cioè ... avanzi!) non è che potessi pretendere molto di più. Il prossimo sarà sicuramente migliore (ho già in mente qualche strana ricettina...).
Per la cronaca, il gelato è una base di yogurt alla ciliegia e basta.
Per la cronaca, il gelato è una base di yogurt alla ciliegia e basta.
mercoledì 20 luglio 2011
IL LIBRO DEL MESE (LUG2011)
Avevo promesso qualche mese fa di raccontare anche questo libro di David Treuba (il cui titolo è Saper perdere) dove l'autore racconta di una Madrid "sorniona" e dove si intrecciano tre storie parallele ma separate dal fatto che appartengono a tre generazioni diverse. Sylvia, l'adolescente, che in seguito ad un incidente (viene investita da un'auto) vive la sua storia d'amore da adulta con il suo investitore (un ragazzo argentino ventenne, calciatore professionista emigrato dal sudamerica e quindi da solo in un paese non suo); il padre di Sylvia,Lorenzo, separato e con una vita professionale distrutta, che cerca di ricucire e ricostruire il suo futuro imbarcandosi in lavori a lui non congeniali (senza tralasciare un'indagine per l'omicidio del socio di cui lui ne è il colpevole ma che l'ispettore di polizia non riesce a smascherare); Leandro, padre di Lorenzo e nonno di Sylvia che perde la testa, la faccia e quant'altro ha ancora frequentando un bordello cittadino e invaghendosi di una prostituta mentre la moglie si trova in ospedale.
Queste le storie che non si intrecciano (se non raramente) ma scorrono parallele alla ricerca di una felicità fortemente voluta. La narrazione è tenera e discreta e scorre abbastanza velocemente. Ammetto che i capitoli riguardanti Leandro da metà libro in poi li saltavo quasi a piè pari (mi sembrava che l'autore non riuscisse a far decollare la storia e che questa rimanesse sempre involuta in se stessa) mentre molto tenere le parti riguardanti Sylvia e decisamente sentiti i capitoli relativi al padre di lei.
In fondo un buon libro, non eccezionale invero ma con alcuni passaggi molto toccanti. Si fa leggere, ma non lo porterei in vacanza... aspetterei l'inverno per apprezzarlo meglio.
Alla prossima!
Queste le storie che non si intrecciano (se non raramente) ma scorrono parallele alla ricerca di una felicità fortemente voluta. La narrazione è tenera e discreta e scorre abbastanza velocemente. Ammetto che i capitoli riguardanti Leandro da metà libro in poi li saltavo quasi a piè pari (mi sembrava che l'autore non riuscisse a far decollare la storia e che questa rimanesse sempre involuta in se stessa) mentre molto tenere le parti riguardanti Sylvia e decisamente sentiti i capitoli relativi al padre di lei.
In fondo un buon libro, non eccezionale invero ma con alcuni passaggi molto toccanti. Si fa leggere, ma non lo porterei in vacanza... aspetterei l'inverno per apprezzarlo meglio.
Alla prossima!
martedì 19 luglio 2011
venerdì 15 luglio 2011
sabato 9 luglio 2011
CIMA TOMBEA - VALVESTINO
Considerando la giornata calda che si prospettava, decidiamo per una “scampagnata” in quota in Valvestino: 200 m di dislivello con camminata di un paio d’ore…. Arriviamo quindi prima a Magasa, dove ci fermiamo per una breve e fugace visita, e poi ci dirigiamo verso Denai dove molliamo la macchina e iniziamo la scarpinata.I cartelli indicano 1h40 per cima Tombea… io nutro qualche dubbio visto che la quota da dove siamo partiti mi risulta attorno ai 1300 m e dobbiamo arrivare a 1900…. ma comunque non disperiamo e ci mettiamo in marcia. Il sole è tosto e Giordana si dà da fare nello spalmare crema a iosa per evitare scottature ma nonostante tutto tendiamo ad arrossarci (e non per la vergogna). Il sentiero (una carrareccia più che un sentiero) sale bene con non troppa pendenza ma, soprattutto da quote più alte, abbastanza allo scoperto. E si sente! Il caldo ci lascia abbastanza senza fiato e quindi, nonostante si goda di panorami al solito invidiabiliall’alba delle 13 decidiamo di fermarci lungo il sentiero (all’ombra di un pinetto) per consumare il nostro pranzo frugale (i soliti panozzi, altro che polenta e salamina!). Considerando che siamo partiti attorno alle 10.30 e dopo due ore e mezza non eravamo neanche alle Bocche di Cablone (dove terminava la salita e iniziava il sentiero in quota per arrivare a Cima Tombea…) arguisco che il cartello indicante il tempo di percorrenza era al solito tarato su un corridore di montagna… (Ah! Questi ragazzacci del CAI!!!). Panino mangiato, proseguiamo il cammino passando da Bocca di Cablone (dove godiamo anche di un piccolo miraduro sul lago d’Idro) e proseguiamo fino alla Malga dove (vana speranza) mi auguravo di trovare almeno un po’ di ristoro. Lungo il percorso troviamo strane cavità probabilmente legate alla Grande Guerra (il crinale segnava infatti il confine italo-austriaco e vi sono indicazioni riguardanti fortificazioni dell’impero austro-ungarico). La malga, infine, è una vera malga con animali vari e niente spazio al ristoro pubblico!!!Maledizione! Niente caffè o gelato o yogurt genuino! A questo punto ci passa anche la voglia di salire in cima per godere del “panorama mozzafiato” dato che c’è già il caldo che ci mozza fiato e gambe. Dalla cima in realtà si doveva avere una panoramica sia sul lato bresciano (con vista sul Garda) che sul lato trentino, ma vista la foschia e la poca voglia di “rampegare” sotto il sole decidiamo di rientrare alla base. Dopo tutto la passeggiata l’abbiamo fatta e siamo arrivati alle 14.30 alla malga! 4h! Altro che 1h40!!!!!! (Il fidato Garmin mi indicherà alla fine 6 km fatti e 700 m di dislivello per la sola salita, e quindi da raddoppiare…). Stancamente e soffrendo ancora per il caldo arriviamo alla macchina attorno alle 17 (e quindi anche la discesa dimostra che le indicazioni erano farlocche…) per fiondarci a Idro dove appaghiamo le nostre esigenze personali: Giordana si butta in acqua, birretta fresca per me (purtroppo per me il bicchiere era bucato…). A chiusura della giornata poi…. pizza e birra sul lago!Stanchi, satolli e acciaccati infine riprendiamo la macchina e rientriamo alla base per un meritatissimo sonno ristoratore. Le foto, al solito, sull’album linkato a lato. Alla prossima!
lunedì 4 luglio 2011
UN QUARTO DI SECOLO!
...Un quarto di secolo... Mi sembra ieri e invece sono passati già 25 anni da quel fatidico "... da studenti indaffarati da oggi siete geologi disoccupati!". Negli States festeggiano ancora la nostra laurea e noi non possiamo essere da meno. Auguri Mauro. Auguri Paolo... e auguri anche a me. Tre laureati la cui laurea non è servita a molto...
25 anni dopo non siamo poi tanto cambiati....
25 anni dopo non siamo poi tanto cambiati....
lunedì 27 giugno 2011
domenica 26 giugno 2011
COLLE SAN ZENO
Da Colle San Zeno alla cima del Monte Guglielmo! Forse... Ma andiamo con ordine senza saltare alle conclusioni: svogliatamente ci alziamo e ci prepariamo per la destinazione scelta… (solo che non abbiamo ancora deciso quale sia: sentiero dei carbonai, rifugio val trompia, monte Guglielmo…). Nell’incertezza decidiamo comunque di dirigerci verso Pezzoro per affrontare il sentiero dei Carbonai e poi vediamo. Brioche di routine a Gardone e quindi, sempre molto svogliatamente, ci apprestiamo alla deviazione verso Pezzoro/Pezzaze. Naturalmente sbagliamo accesso (siamo ancora in macchina…) e oltrepassiamo Pezzaze raggiungendo quindi Colle San Zeno e il suo bel Rifugio Piardi. Lasciamo la macchina nel parcheggio, ci facciamo fare un paio di panini da quelli del rifugio e quindi a questo punto decidiamo di tentare la salita al Guglielmo. La giornata è molto bella, calda e tersa verso il massiccio della Presolana che si staglia sullo sfondo (mentre è presente molta foschia verso valle). Veduta verso la Presolana ...e poi verso la pianura
Il cippo del Guglielmo ci guarda dall’alto e ancor più svogliatamente cominciamo la salita. Una volta lasciato il bosco ci ritroviamo completamente all’aperto e senza protezione dal sole che comincia a picchiarci sulla capoccia. Finito lo strappo decidiamo di non avventurarci verso il Monte Guglielmo e modificare la nostra meta dirigendoci verso il Rifugio Val Trompia (dove avevamo già gustato le specialità culinarie tempo addietro…) ma anche in questo caso, dopo un breve conciliabolo (soprattutto pensando al rientro sotto il sole pomeridiano), decidiamo di ritornare sui nostri passi, fermarci all’ombra a degustare in nostri panozzi e tornarcene a casa (non prima di aver gustato un gelatino alla malga).
Giornata bella ma partecipanti svogliati… Tra un tira e molla abbiamo comunque camminato per circa 7 km anche se il dislivello è da considerare "da pensionati" (150 m…). Paesaggi al solito molto belli e prati con esplosioni floreali multicolore. Una particolarità: lungo il sentiero abbiamo incrociato numerose coppie che discutevano animatamente (insomma, erano sul punto di litigare..!). Abbiamo stabilito che è il sentiero che induceva a litigi “coniugali” e la cosa ci faceva sorridere non poco…
In fase di rientro, poi, breve stop alla miniera ormai dismessa che purtroppo non era visitabile. Peccato.
Le foto di tutta la giornata comunque sono al solito linkate a lato. Al Guglielmo ci ritenteremo quando la temperatura sarà un po’ più bassa visto che il sentiero è costantemente esposto e quindi non pensabile di farlo nelle giornate di clou del caldo estivo. Alla prossima!
Il cippo del Guglielmo ci guarda dall’alto e ancor più svogliatamente cominciamo la salita. Una volta lasciato il bosco ci ritroviamo completamente all’aperto e senza protezione dal sole che comincia a picchiarci sulla capoccia. Finito lo strappo decidiamo di non avventurarci verso il Monte Guglielmo e modificare la nostra meta dirigendoci verso il Rifugio Val Trompia (dove avevamo già gustato le specialità culinarie tempo addietro…) ma anche in questo caso, dopo un breve conciliabolo (soprattutto pensando al rientro sotto il sole pomeridiano), decidiamo di ritornare sui nostri passi, fermarci all’ombra a degustare in nostri panozzi e tornarcene a casa (non prima di aver gustato un gelatino alla malga).
Giornata bella ma partecipanti svogliati… Tra un tira e molla abbiamo comunque camminato per circa 7 km anche se il dislivello è da considerare "da pensionati" (150 m…). Paesaggi al solito molto belli e prati con esplosioni floreali multicolore. Una particolarità: lungo il sentiero abbiamo incrociato numerose coppie che discutevano animatamente (insomma, erano sul punto di litigare..!). Abbiamo stabilito che è il sentiero che induceva a litigi “coniugali” e la cosa ci faceva sorridere non poco…
In fase di rientro, poi, breve stop alla miniera ormai dismessa che purtroppo non era visitabile. Peccato.
Le foto di tutta la giornata comunque sono al solito linkate a lato. Al Guglielmo ci ritenteremo quando la temperatura sarà un po’ più bassa visto che il sentiero è costantemente esposto e quindi non pensabile di farlo nelle giornate di clou del caldo estivo. Alla prossima!
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lunedì 20 giugno 2011
IL LIBRO DEL MESE (GIU2011)
Dopo un periodo di quasi inattività, ho ripreso, molto faticosamente, a frequentare quegli amici carichi di paroline e di fantasia… Insomma, ho ripreso a leggere un po’ più assiduamente rispetto agli ultimi tempi.
Dopo aver iniziato (e abbandonato) almeno tre “tomi”, mi sono ridiretto verso un autore conosciuto e apprezzato. Mi sono infatti deciso a leggere nuovamente Bill Bryson e il suo “Vestivamo da Superman dove racconta della sua infanzia nell'Iowa (a Des Moines per la precisione) degli anni ‘50/’60 con il solito sarcasmo e il suo carico di strana umanità che lo ha accompagnato in quegli anni(come non sorridere alle battaglie di fiammiferi fatte al buio della cantina con tentativo di dar fuoco alla casa…. o alla bomba a coriandolo “inventata” e costruita per la fine della scuola e che invece ha sventrato parte della casa lasciando illesi i due “inventori”… o ai suoi tentativi di entrare nel tendone delle pin-up alla festa del paese…).
Anche in questo libro si ride e alla fine si rimane con un po’ di rimpianto quando descrive come è adesso Des Moine rispetto a com’era. Ma in fondo, chi non ha mai fatto un confronto con i negozi che erano presenti durante gli anni della nostra infanzia mentre adesso al loro posto ve ne sono altri? Soprattutto se si è vissuto in paesi non troppo grandi! Io stesso chiamo ancora dei negozi con il nome del proprietario di allora mentre adesso quello stesso locale è adibito ad altre attività commerciali (ma il “Veneroni” rimane sempre il “Veneroni” anche se al posto dei giocattoli fanno adesso un ottimo gelato…).
Ritiro indietro la lacrimuccia della nostalgia e, al solito, consiglio la lettura anche di quest’altra prodezza del carissimo Bryson! Alla prossima!!!!
Dopo aver iniziato (e abbandonato) almeno tre “tomi”, mi sono ridiretto verso un autore conosciuto e apprezzato. Mi sono infatti deciso a leggere nuovamente Bill Bryson e il suo “Vestivamo da Superman dove racconta della sua infanzia nell'Iowa (a Des Moines per la precisione) degli anni ‘50/’60 con il solito sarcasmo e il suo carico di strana umanità che lo ha accompagnato in quegli anni(come non sorridere alle battaglie di fiammiferi fatte al buio della cantina con tentativo di dar fuoco alla casa…. o alla bomba a coriandolo “inventata” e costruita per la fine della scuola e che invece ha sventrato parte della casa lasciando illesi i due “inventori”… o ai suoi tentativi di entrare nel tendone delle pin-up alla festa del paese…).
Anche in questo libro si ride e alla fine si rimane con un po’ di rimpianto quando descrive come è adesso Des Moine rispetto a com’era. Ma in fondo, chi non ha mai fatto un confronto con i negozi che erano presenti durante gli anni della nostra infanzia mentre adesso al loro posto ve ne sono altri? Soprattutto se si è vissuto in paesi non troppo grandi! Io stesso chiamo ancora dei negozi con il nome del proprietario di allora mentre adesso quello stesso locale è adibito ad altre attività commerciali (ma il “Veneroni” rimane sempre il “Veneroni” anche se al posto dei giocattoli fanno adesso un ottimo gelato…).
Ritiro indietro la lacrimuccia della nostalgia e, al solito, consiglio la lettura anche di quest’altra prodezza del carissimo Bryson! Alla prossima!!!!
domenica 19 giugno 2011
PASSO DELLE 7 CROCETTE - 2
...e ricominciamo da dove avevamo lasciato....
A fine maggio eravamo arrivati solo all'imbocco del sentiero causa neve e strada ancora chiusa, oggi siamo riusciti a fare il sentiero finalmente sgombro di neve.
Nonostante l'estrema facilità (sentiero per pensionati con quasi nessun dislivello), i panorami sono sempre stati spettacolari con il massiccio dell'Adamello che ci accompagnava nell'escursione...
finché non siamo finalmente giunti al Passo delle 7 Crocette dove abbiamo consumato il nostro lauto pranzo (panini al seguito naturalmente...)Quale sia l'esatto significato di queste sette croci in ferro... nessun lo sa. Varie leggende si alternano ma in realtà nessuno sa niente su cosa rappresentino queste croci (potete andare a cercare sul web i vari significati).
Rientrati al rifugio ormai satolli e nonostante tutto stanchini (sono comunque stati 9 km di camminata...!), mentre mi degustavo il mio caffè di fine escursione mi sono visto passare di fianco una pizza SPETTACOLARE con salsiccia e cipolla (anche adesso che scrivo mi viene l'acquolina in bocca...) tanto da farmi pensare ad una nuova escursione al passo del Maniva con pernottamento precedente (e quindi pizza serale) e strafogata a pranzo nel giorno successivo dopo camminata (ma anche no...).
Per quanto riguarda la gita, da ricordare i nuovi fiori sbocciati e quelli già visti che stavano comunque passando di fioritura, le nuvole che correvano sopra di noi disegnando ombre nella vallata sottostante e le mosche (o moscerini che fossero) insistenti e fastidiose! Bella giornata comunque, da approfondire il menu del rifugio sicuramente....
Tutte le foto, al solito, nell'album linkato a lato. Alla prossima!!!!
A fine maggio eravamo arrivati solo all'imbocco del sentiero causa neve e strada ancora chiusa, oggi siamo riusciti a fare il sentiero finalmente sgombro di neve.
Nonostante l'estrema facilità (sentiero per pensionati con quasi nessun dislivello), i panorami sono sempre stati spettacolari con il massiccio dell'Adamello che ci accompagnava nell'escursione...
finché non siamo finalmente giunti al Passo delle 7 Crocette dove abbiamo consumato il nostro lauto pranzo (panini al seguito naturalmente...)Quale sia l'esatto significato di queste sette croci in ferro... nessun lo sa. Varie leggende si alternano ma in realtà nessuno sa niente su cosa rappresentino queste croci (potete andare a cercare sul web i vari significati).
Rientrati al rifugio ormai satolli e nonostante tutto stanchini (sono comunque stati 9 km di camminata...!), mentre mi degustavo il mio caffè di fine escursione mi sono visto passare di fianco una pizza SPETTACOLARE con salsiccia e cipolla (anche adesso che scrivo mi viene l'acquolina in bocca...) tanto da farmi pensare ad una nuova escursione al passo del Maniva con pernottamento precedente (e quindi pizza serale) e strafogata a pranzo nel giorno successivo dopo camminata (ma anche no...).
Per quanto riguarda la gita, da ricordare i nuovi fiori sbocciati e quelli già visti che stavano comunque passando di fioritura, le nuvole che correvano sopra di noi disegnando ombre nella vallata sottostante e le mosche (o moscerini che fossero) insistenti e fastidiose! Bella giornata comunque, da approfondire il menu del rifugio sicuramente....
Tutte le foto, al solito, nell'album linkato a lato. Alla prossima!!!!
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