Beh, come non si può non onorare la tradizione se non con il tipico "pic-nic" sull'erba nella giornata di Pasquetta con i doni tradizionale della terra.....: pane e salame e uova sode!
Ma partiamo dall'inizio: sveglia all'alba (vabbè... l'alba, si fa per dire...) e via verso la Val Trompia dove ci aspetta una serie di prati pronti per per il nostro picnic accompagnati da una comoda mulattiera. Arrivati al parcheggio, dove molliamo la macchina, caffè di routine nel bar (dove eravamo sicuramente i più giovinotti....) e poi via! alla ricerca del praticello perfetto.
Dietro di noi comincia a delinearsi lo stuolo di altri picnicchettari (alcuni corredati di braci, carbonella e salamelle...) e quindi tentiamo di distanziarli per riuscire a trovare un posto adeguato.
Il tempo non ci è amico: nuvole discontinue coprono il sole e il cielo e le giunture della Papi non ci permettono un'andatura sprintosa (ma comunque dignitosa...).
Raggiungiamo infine un bel praticello dove ci piazziamo per il nostro meritato lauto pranzetto e qui.... sorpresa! Nello scavalcare con un sol balzo la staccionata, Hugo (degno del miglior "OlioCuore") fa saltare il tappo della bottiglia di vino ... all'interno dello zaino inondandolo del liquido tanto desiato!!!! Che disastro! Se ne salva solo mezzo bicchiere ahinoi!
Meno male che avevamo anche l'acqua e il the (caldo) che Giordana non si fa mai mancare!!!
E così ci spazzoliamo il salamino, le uova, il formaggio e quel che rimane dell'alcool finchè.... quattro gocce disgraziate che arrivano dal cielo non ci fanno scappare la voglia di restare a digerire l'amato pasto.Gambe in spalla (naturalmente appena ripartiti ha smesso di piovere, es iusual, e ritorno al bar di partenza dove gli avventori hanno subito riconosciuto Hugo ("uno di noi ... lui è uno di noi...") grazie soprattutto all'odore sprigionato dallo zaino!
Altro caffè a chiusura e poi rientro in città con breve sosta per un frullato/smoother non proprio all'altezza (locale da depennare dalla lista...) fino a trascinare le stanche membra alla magione per svacco pomeridiano.
Grazie ragazzi! Era un bel po' che non riprendevo la tradizione di Pasquetta. Andrà meglio la prossima volta (più salame, più sole e più latte nei frullati!). Le foto, al solito, nell'album di routine. Alla prossima!
martedì 26 aprile 2011
lunedì 25 aprile 2011
venerdì 22 aprile 2011
IL LIBRO DEL MESE
I quattro uomini si guardarono. Più grassi, più vecchi, pelati e con la barba grigia proiettavano ancora l'ombra di quel che erano stati. 'Allora? Ce la giochiamo?' domandò Garmendia, e i quattro bicchieri si incontrarono in un brindisi nella notte piovosa di Santiago.
Questo recita in quarta di copertina il libro di cui vi racconto oggi: "L'ombra di quel che eravamo" di Luis Sepulveda. Il romanzo, commovente ed ironico, riprende alcuni stili del buon vecchio Sepulveda con i suoi rimandi al noir e all'intrigo e racconta di quattro amici accomunati da un passato "rivoluzionario" alle spalle ai tempi di Salvador Allende e dal ricordo amareggiato della vita che si ritrovano nel Cile odierno per un'ultima audace azione rivoluzionaria (che naturalmente non riesce...). In un susseguirsi di colpi scenici degni della miglior sceneggiatura tragi-comica e con l'impeccabile stile narrativo dell'autore, il libro ci trasporta attraverso una Santiago odierna tanto diversa da quella che avevano lasciato dopo il golpe dell'11 settembre (eh già... proprio quella data ricorrente...) raccontando gli slanci, i dubbi, la città e un paese per noi lontano e spesso per noi europei irriconoscibile attraverso una serie di personaggi (come non impietosirsi verso il povero ispettore Crespo alle prese con un cadavere sconosciuto e un furto di elettrodomestici che sembrano collegati?) messi in scena con un lungo inventario delle perdite e tante delusioni sulle spalle: l'ombra di quel che erano (ed eravamo) da giovani ma ancora capaci di ideali e speranze.
Il libro è veramente piacevole e ci lascia con quel sorriso amaro pensando sempre a "quel che sarebbe potuto essere" e che invece (purtroppo) non è stato. Sicuramente non è un capolavoro ma è comunque da leggere, da sorriderci sopra e da apprezzare per la nostalgia che ci trasporta nelle pagine. Alla prossima!
Questo recita in quarta di copertina il libro di cui vi racconto oggi: "L'ombra di quel che eravamo" di Luis Sepulveda. Il romanzo, commovente ed ironico, riprende alcuni stili del buon vecchio Sepulveda con i suoi rimandi al noir e all'intrigo e racconta di quattro amici accomunati da un passato "rivoluzionario" alle spalle ai tempi di Salvador Allende e dal ricordo amareggiato della vita che si ritrovano nel Cile odierno per un'ultima audace azione rivoluzionaria (che naturalmente non riesce...). In un susseguirsi di colpi scenici degni della miglior sceneggiatura tragi-comica e con l'impeccabile stile narrativo dell'autore, il libro ci trasporta attraverso una Santiago odierna tanto diversa da quella che avevano lasciato dopo il golpe dell'11 settembre (eh già... proprio quella data ricorrente...) raccontando gli slanci, i dubbi, la città e un paese per noi lontano e spesso per noi europei irriconoscibile attraverso una serie di personaggi (come non impietosirsi verso il povero ispettore Crespo alle prese con un cadavere sconosciuto e un furto di elettrodomestici che sembrano collegati?) messi in scena con un lungo inventario delle perdite e tante delusioni sulle spalle: l'ombra di quel che erano (ed eravamo) da giovani ma ancora capaci di ideali e speranze.
Il libro è veramente piacevole e ci lascia con quel sorriso amaro pensando sempre a "quel che sarebbe potuto essere" e che invece (purtroppo) non è stato. Sicuramente non è un capolavoro ma è comunque da leggere, da sorriderci sopra e da apprezzare per la nostalgia che ci trasporta nelle pagine. Alla prossima!
martedì 12 aprile 2011
LEVANTO 8-11 Aprile
Pronti partenza via! Week end lungo dove mare e monti si incontrano in un luogo magico e invidiato dal mondo "intiero": le 5 Terre!!!
Facendo base a Levanto (ottimo il B&B "A durmì" dove stanziavamo), abbiamo passato tre giorni differenziando le passeggiate lungo mare (fino a Bonassola attraverso una ciclabile/pedonale nuova nuova), passeggiate "montane" fino a Monterosso e svacco finale in spiaggia a Levanto.
Ma andiamo almeno in ordine: il venerdì, dopo l'arrivo, ci siamo diretti verso Bonassola lungo una strada pedonale rimessa a posto di recente che attraversando le vecchie gallerie ha offerto scorsi paesaggistici invidiabilinonché una spiaggia semi deserta dove ci siamo potuti ritemprare dalla fatica iniziale (e dopo un gelatino artigianale; a proposito... poca presenza di gelaterie artigianali a Bonassola..... opzione da valutare.....). Rientrati alla base ci siamo chiaramente diretti verso la cena (altro "must" di ogni vacanza) dove abbiamo fatto man bassa delle specialità liguri (belin che troffie...).
Il sabato è stato dedicato alla fatica con la passeggiata tra Levanto e Monterosso che ci ha spaccato le gambe (soprattutto la discesa... e non solo a noi, come si vede dalla foto a lato...) ma che è stata abbondantemente ripagata dal pranzo sulla spiaggia (guardare sull'album per credere...). Ritorno in treno (scemi sì ma mica stupid...) e, naturalmente, cena a base di Mesciua (zuppa di legumi alla ligure) e Troffie al pesto con fagiolini e patate. La giornata finale è stata completamente dedicata allo svacco in spiaggia per recuperare le forze per la cena finale (stavolta a base di pizza).
Naturalmente, non sono mancate le focacce, farinate, schiacciate spilluccherate qua e là (più qua che là...) e il numero incredibile di gatti che ci siamo trovati sia in paese che sul sentiero, tutti serafici e per niente spaventati (a volte anche infastiditi...).
Il rientro verso le operose città del nord ha subito uno stop alla Madonna di Soviore (appena sopra Monterosso) dove abbiamo passato una mezz'oretta di calma e tranquillità. Sarà stato il posto, ma mi sono sentito incredibilmente in sintonia col posto, con la natura e con le persone (nonostante io non sia una persona "religiosa").
Alla fine, ci siamo rimessi in macchina e abbiamo ripreso la strada del ritorno verso la calda pianura. Sob sob sob....
Le foto, tante al solito, naturalmente sul link a lato. Alla prossima!
Facendo base a Levanto (ottimo il B&B "A durmì" dove stanziavamo), abbiamo passato tre giorni differenziando le passeggiate lungo mare (fino a Bonassola attraverso una ciclabile/pedonale nuova nuova), passeggiate "montane" fino a Monterosso e svacco finale in spiaggia a Levanto.
Ma andiamo almeno in ordine: il venerdì, dopo l'arrivo, ci siamo diretti verso Bonassola lungo una strada pedonale rimessa a posto di recente che attraversando le vecchie gallerie ha offerto scorsi paesaggistici invidiabilinonché una spiaggia semi deserta dove ci siamo potuti ritemprare dalla fatica iniziale (e dopo un gelatino artigianale; a proposito... poca presenza di gelaterie artigianali a Bonassola..... opzione da valutare.....). Rientrati alla base ci siamo chiaramente diretti verso la cena (altro "must" di ogni vacanza) dove abbiamo fatto man bassa delle specialità liguri (belin che troffie...).
Il sabato è stato dedicato alla fatica con la passeggiata tra Levanto e Monterosso che ci ha spaccato le gambe (soprattutto la discesa... e non solo a noi, come si vede dalla foto a lato...) ma che è stata abbondantemente ripagata dal pranzo sulla spiaggia (guardare sull'album per credere...). Ritorno in treno (scemi sì ma mica stupid...) e, naturalmente, cena a base di Mesciua (zuppa di legumi alla ligure) e Troffie al pesto con fagiolini e patate. La giornata finale è stata completamente dedicata allo svacco in spiaggia per recuperare le forze per la cena finale (stavolta a base di pizza).
Naturalmente, non sono mancate le focacce, farinate, schiacciate spilluccherate qua e là (più qua che là...) e il numero incredibile di gatti che ci siamo trovati sia in paese che sul sentiero, tutti serafici e per niente spaventati (a volte anche infastiditi...).
Il rientro verso le operose città del nord ha subito uno stop alla Madonna di Soviore (appena sopra Monterosso) dove abbiamo passato una mezz'oretta di calma e tranquillità. Sarà stato il posto, ma mi sono sentito incredibilmente in sintonia col posto, con la natura e con le persone (nonostante io non sia una persona "religiosa").
Alla fine, ci siamo rimessi in macchina e abbiamo ripreso la strada del ritorno verso la calda pianura. Sob sob sob....
Le foto, tante al solito, naturalmente sul link a lato. Alla prossima!
Etichette:
Bonassola,
Le 5 Terre,
Levanto,
Monterosso,
Pesto,
Troffie
domenica 3 aprile 2011
DA ANFO AL MONTE CENSO
... ma la domenica si cammina!
Dopo lo svacco del sabato, inforchiamo finalmente gli scarponi per una passeggiata "spezzagambe" preparatoria al uicchend alle Cinque Terre. Cambiamo lago e ci dirigiamo sul lago d'Idro dove ci attende l'ascesa al Monte Censo. La salita (battuta dal sole e con foto naturalmente in controluce...) è costane e faticosa: un po' spaccagambe e con pochi ripari. Arriviamo in cima col fiatone e un po' arrossati dal sole e purtroppo il lago e il fondo valle sono avvolti da una foschia che non ci permette di apprezzare "il panorama mozzafiato" descritto dalla guida. Dopo il panino di rito decidiamo quindi di scendere dall'altro versante per ritornare al punto di partenza seguendo la mulattiera che dovrebbe costeggiare il torrente Re. Il sentiero sull'altro versante è più riparato (e questo ci permette di non ustionarci oltre modo) ed è più gradevole la discesa solo che...... non troviamo la mulattiera e quindi ci facciamo quasi tutto il ritorno sulla strada asfaltata che, tra le altre cose, scopriamo solo alla fine che era chiusa per pericolo di slavine, neve, ghiaccio ed altre amenità invernali (ecco perché non c'era nessuno!!!!).Coi piedi in fiamme riusciamo comunque a raggiungere la macchina e dopo una breve sosta al lago (sosta raffreddamento estremità) ecco il rientro alla base. Anche in questo caso, come ultimamente capita troppo spesso, le foto in controluce sull'album linkato a fianco. Alla prossima!
Dopo lo svacco del sabato, inforchiamo finalmente gli scarponi per una passeggiata "spezzagambe" preparatoria al uicchend alle Cinque Terre. Cambiamo lago e ci dirigiamo sul lago d'Idro dove ci attende l'ascesa al Monte Censo. La salita (battuta dal sole e con foto naturalmente in controluce...) è costane e faticosa: un po' spaccagambe e con pochi ripari. Arriviamo in cima col fiatone e un po' arrossati dal sole e purtroppo il lago e il fondo valle sono avvolti da una foschia che non ci permette di apprezzare "il panorama mozzafiato" descritto dalla guida. Dopo il panino di rito decidiamo quindi di scendere dall'altro versante per ritornare al punto di partenza seguendo la mulattiera che dovrebbe costeggiare il torrente Re. Il sentiero sull'altro versante è più riparato (e questo ci permette di non ustionarci oltre modo) ed è più gradevole la discesa solo che...... non troviamo la mulattiera e quindi ci facciamo quasi tutto il ritorno sulla strada asfaltata che, tra le altre cose, scopriamo solo alla fine che era chiusa per pericolo di slavine, neve, ghiaccio ed altre amenità invernali (ecco perché non c'era nessuno!!!!).Coi piedi in fiamme riusciamo comunque a raggiungere la macchina e dopo una breve sosta al lago (sosta raffreddamento estremità) ecco il rientro alla base. Anche in questo caso, come ultimamente capita troppo spesso, le foto in controluce sull'album linkato a fianco. Alla prossima!
sabato 2 aprile 2011
VELLO (BS)
E finalmente si torna a girovagare in lungo e in largo grazie alle belle e calde e lunghe giornate primaverili. Per non smentirci del tutto però, decidiamo di sacrificare il sabato non alle vette della zona bensì dedichiamo il sabato pomeriggio ad una tranquilla passeggiata sul lago d'Iseo belli spaparanzati sulla terrazza di un bar in riva al lago.Ci fermiamo quindi a Vello (proprio sotto la corna dei 30 passi, passeggiata fatta all'inizio del settembre scorso) dove abbiamo consumato il caffè e dopo caffè e dove Hugo ha sfoderato le sue culture pubblicitarie essendo l'unico a conoscenza della promozione di una nota ditta di gelato (niente nomi....) che offriva il "paghi un cornetto e ne prendi due!". Vello è un paesino minuscolo sulla riva bresciana del lago d'Iseo che avrebbe anche permesso una camminata tranquilla lungo la vecchia statale che ahimè è ancora interrotta (da oltre due anni!!!) a causa di una frana e quindi ci siamo dovuti accontentare di una passeggiatina, sempre lungolago, dove abbiamo potuto apprezzare "giovini artisti all'opera ...
Finito di gironzolare, ci siamo spostati a Pisogne dove la Papi, ormai vittima del gioco d'azzardo, ha sbancato una tabaccheria a furia di gratta e vinci e ha rimediato ben 15 euro!!! Naturalmente immediatamente spesi per l'aperitivo serale...Bel pomeriggio da svacco e naturalmente splendida la compagnia che ha condito il tutto con risate e stupidate a tutto spiano riuscendo anche a fare una foto di "gruppo" sui generis.
Papi, rimettiti in fretta che dobbiamo completare la Via Valeriana!!!! Ciao!
Le foto, rigorosamente in controluce (sgrunt!), nel solito link dell'album a fianco.
Finito di gironzolare, ci siamo spostati a Pisogne dove la Papi, ormai vittima del gioco d'azzardo, ha sbancato una tabaccheria a furia di gratta e vinci e ha rimediato ben 15 euro!!! Naturalmente immediatamente spesi per l'aperitivo serale...Bel pomeriggio da svacco e naturalmente splendida la compagnia che ha condito il tutto con risate e stupidate a tutto spiano riuscendo anche a fare una foto di "gruppo" sui generis.
Papi, rimettiti in fretta che dobbiamo completare la Via Valeriana!!!! Ciao!
Le foto, rigorosamente in controluce (sgrunt!), nel solito link dell'album a fianco.
Iscriviti a:
Post (Atom)