Avevo promesso qualche mese fa di raccontare anche questo libro di David Treuba (il cui titolo è Saper perdere) dove l'autore racconta di una Madrid "sorniona" e dove si intrecciano tre storie parallele ma separate dal fatto che appartengono a tre generazioni diverse. Sylvia, l'adolescente, che in seguito ad un incidente (viene investita da un'auto) vive la sua storia d'amore da adulta con il suo investitore (un ragazzo argentino ventenne, calciatore professionista emigrato dal sudamerica e quindi da solo in un paese non suo); il padre di Sylvia,Lorenzo, separato e con una vita professionale distrutta, che cerca di ricucire e ricostruire il suo futuro imbarcandosi in lavori a lui non congeniali (senza tralasciare un'indagine per l'omicidio del socio di cui lui ne è il colpevole ma che l'ispettore di polizia non riesce a smascherare); Leandro, padre di Lorenzo e nonno di Sylvia che perde la testa, la faccia e quant'altro ha ancora frequentando un bordello cittadino e invaghendosi di una prostituta mentre la moglie si trova in ospedale.
Queste le storie che non si intrecciano (se non raramente) ma scorrono parallele alla ricerca di una felicità fortemente voluta. La narrazione è tenera e discreta e scorre abbastanza velocemente. Ammetto che i capitoli riguardanti Leandro da metà libro in poi li saltavo quasi a piè pari (mi sembrava che l'autore non riuscisse a far decollare la storia e che questa rimanesse sempre involuta in se stessa) mentre molto tenere le parti riguardanti Sylvia e decisamente sentiti i capitoli relativi al padre di lei.
In fondo un buon libro, non eccezionale invero ma con alcuni passaggi molto toccanti. Si fa leggere, ma non lo porterei in vacanza... aspetterei l'inverno per apprezzarlo meglio.
Alla prossima!
mercoledì 20 luglio 2011
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