Giornata all'insegna della gita geografico-naturalistica internazionale visto che era presente, di passaggio da Brescia, il buon vecchio Horst. Vista anche la giornata, abbiamo optato per un percorso ad anello che ci permettesse di vedere da vicino (quasi toccare con mano!) le Piramidi di Zone (che avevo già sfiorato nell'uscita ai 30 passi).
Senza strafare ci siamo fatti il nostro bel giretto per poi dirigerci, come d'uso comune, verso un ottimo ristorantino dove abbiamo sfogato i nostri bisogni primari (casoncelli, gnocchetti allo speck, tagliatelle al ragù di cinghiale, polenta con formaggio fuso....).Con la panza piena la vita ti sorride e quindi siamo rientrati verso casa fermandoci per un "saluto" alle Torbiere del Sebino (altro posto già battuto - Torbiere): qua siamo riusciti a vedere bene la chiesa con gli interni e il chiostro e la mostra fotografica annessa. Poi a casa, cena (pizza e birra) e rientro dauntaun Novate...
Giornata naturalmente piacevolissima anche se impegantiva dovendo colloquiare sempre in inglese... e le foto, naturalmente, sull'album linkato a lato. Alla prossima!
domenica 25 settembre 2011
martedì 20 settembre 2011
IL LIBRO DEL MESE (SET2011)
E questo mese si bissa. Un po' anche in concomitanza alla presentazione del suo ultimo romanzo alla appena conclusa rassegna letteraria mantovana, uno dopo l'altro a raffica raccontiamo il "continuo" del mese precedente: ancora Gianni Biondillo e il suo ispettore Ferraro stavolta nel romanzo Con la morte nel cuore dove l'autore racconta sempre della sua (e anche mia) Milano.
Questo romanzo è forse più "giallo" del precedente ma sempre raccontato con l'ironia che ha contraddistinto il precedente (sempre "spettacolari" i duetti dialettici con il suo amico/collega Comaschi) e con quella vena "milanese" che mi fa paragonare il buon Ferraro al Montalbano di Camilleri (anche qui, si presentano situazioni in cui si fa uso del dialetto milanese).
Come nell'altro libro raccontato, anche qui ho trovato una frase che mi ha fatto letteralmente rovesciare dalle risate: mentre stanno seguendo con la logica che contraddistingue i due investigatori nostrani un fine ragionamento per dare una svolta alle indagini, Comaschi dice a Ferraro di ... smettere di fare della tetrapiloctomia. Allo sguardo basito di Ferraro, Comaschi spiega di smettere di "spaccare il capello in quattro"! E se questa non è comicità stile muppet show......! Leggetelo! Leggeteli tutti! Soprattutto se siete di Milano (o dintorni) o abitate o avete abitato a Milano e potete riconoscere i luoghi descritti. Ma anche se non conoscete Milano, leggeteli lo stesso; ne vale veramente al pena! Super consigliato!!!
Questo romanzo è forse più "giallo" del precedente ma sempre raccontato con l'ironia che ha contraddistinto il precedente (sempre "spettacolari" i duetti dialettici con il suo amico/collega Comaschi) e con quella vena "milanese" che mi fa paragonare il buon Ferraro al Montalbano di Camilleri (anche qui, si presentano situazioni in cui si fa uso del dialetto milanese).
Come nell'altro libro raccontato, anche qui ho trovato una frase che mi ha fatto letteralmente rovesciare dalle risate: mentre stanno seguendo con la logica che contraddistingue i due investigatori nostrani un fine ragionamento per dare una svolta alle indagini, Comaschi dice a Ferraro di ... smettere di fare della tetrapiloctomia. Allo sguardo basito di Ferraro, Comaschi spiega di smettere di "spaccare il capello in quattro"! E se questa non è comicità stile muppet show......! Leggetelo! Leggeteli tutti! Soprattutto se siete di Milano (o dintorni) o abitate o avete abitato a Milano e potete riconoscere i luoghi descritti. Ma anche se non conoscete Milano, leggeteli lo stesso; ne vale veramente al pena! Super consigliato!!!
domenica 18 settembre 2011
ALTOPIANO DI CARIADEGHE
Liberi da impegni personali, da remore morali e da atteggiamenti dogmatici (non so cosa volessi dire ma mi piaceva infilare la frase....) ci decidiamo finalmente a uscire e tornare sulle impervie montagne bresciane (ma saranno poi così impervie?) per l'ultima uscita d'estate (non si può andare contro il calendario! Il 23 settembre sarà l'equinozio di autunno e sicuramente non si faranno altre uscite prima di tale data...) e con un tempismo perfetto riusciamo a beccare una giornata uggiosissima dopo aver sofferto un caldo torrido dal rientro delle vacanze. Ottima scelta! In ogni caso, ci siamo avventurati sull'altopiano di Cariadeghe (zona carsica del bresciano che, così recita la guida, "... nulla ha da invidiare al carso friulano"), in località Serle.
Naturalmente abbiamo visto poco sempre immersi nelle nuvole...
Il sentiero che avevamo scelto era quello che ci doveva portare in cima al Monte Ucia e da lì godere un paesaggio mozzafiato che ci avrebbe permesso di vedere persino il lago di Garda!
Naturalmente non si vedeva niente..... immersi nelle nuvole abbiamo pure perso il sentiero e quasi alla cima abbiamo desistito per rientrare al rifugio dell'Alpino dove ci aspettava una tavola imbandita coi prodotti locali (casoncelli e tasca ai funghi porcini, per la cronaca....) gestita da una coppia di Amalfi (!!!!).....Il sentiero comunque è comodo (almeno nella parte che abbiamo percorso) e per niente faticoso e quindi i 300 m di dislivello ci hanno permesso di rodare le gambe per le prossime uscite (tra le quali rientreranno anche gli altri sentieri più "carsici" della zona). Per ora ci accontentiamo del pasto "frugale" consumato, dello scoiattolo che ci ha attraversato la strada per scomparire velocemente su un albero, delle tracce di sentiero che ci porteranno nei giorni a venire a visitare meglio la zona carsica dell'altopiano (e quindi cercherò di resocontare meglio le successive peripezie!). Le poche foto fatte stavolta, al solito sull'album linkato in parte. Alla prossima!!!!
Naturalmente abbiamo visto poco sempre immersi nelle nuvole...
Il sentiero che avevamo scelto era quello che ci doveva portare in cima al Monte Ucia e da lì godere un paesaggio mozzafiato che ci avrebbe permesso di vedere persino il lago di Garda!
Naturalmente non si vedeva niente..... immersi nelle nuvole abbiamo pure perso il sentiero e quasi alla cima abbiamo desistito per rientrare al rifugio dell'Alpino dove ci aspettava una tavola imbandita coi prodotti locali (casoncelli e tasca ai funghi porcini, per la cronaca....) gestita da una coppia di Amalfi (!!!!).....Il sentiero comunque è comodo (almeno nella parte che abbiamo percorso) e per niente faticoso e quindi i 300 m di dislivello ci hanno permesso di rodare le gambe per le prossime uscite (tra le quali rientreranno anche gli altri sentieri più "carsici" della zona). Per ora ci accontentiamo del pasto "frugale" consumato, dello scoiattolo che ci ha attraversato la strada per scomparire velocemente su un albero, delle tracce di sentiero che ci porteranno nei giorni a venire a visitare meglio la zona carsica dell'altopiano (e quindi cercherò di resocontare meglio le successive peripezie!). Le poche foto fatte stavolta, al solito sull'album linkato in parte. Alla prossima!!!!
giovedì 15 settembre 2011
sabato 3 settembre 2011
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